lunedì 12 dicembre 2011

Parigi in pillole

Siamo tornati da uno splendido ponte dell’Immacolata trascorso in una Parigi vestita già con tutte le luci natalizie. In questo racconto non voglio annoiarvi con le solite descrizioni dei luoghi visitati perché è stato già scritto tutto sulla Ville Lumiere, bensì il mio racconto vuole essere un piccolo manuale d’uso di una città alle volte difficile da gestire. Abbiamo approfittato di una bella offerta di Easyjet che con poco meno di 150 € in due (compreso di n. 1 bagaglio) ci ha portato da Roma FCO a Paris Orly.  Da qui con il trenino Orlyval e poi la RER B ( € 10,80) siamo arrivati in 30 minuti a Gare du Nord dove abbiamo preso la metro che ci avrebbe portato in Hotel. Per l’hotel mia moglie non ha voluto sentire ragioni e complice alcune esperienze negative dei 3 stelle in Europa abbiamo preferito optare per un 4 stelle in zona Montmatre. L’hotel Carlton l’abbiamo acquistato tramite il sito Olohotel.com per la modica cifra di 300 € per tre notti (compresa una super/mega colazione che tutte le mattine ci allietava le giornate). Devo dire che questo hotel potrebbe essere considerato un buon 3 stelle italiano, pulito, insonorizzato ma nulla più; il personale è molto cortese e poi è impagabile la vista sul Sacre Coeur (da provare l’ebbrezza del Roof-Garden al nono piano dove è possibile vedere tutta Parigi e scattare foto meravigliose); non può mancare il collegamento wifi gratuito nella hall. Il nostro hotel si trova in una posizione davvero strategica con 3 linee metro che attraversano il quartiere che in meno di 20 minuti ti portano in pieno centro. Arrivati ad ora di pranzo ci siamo fiondati alla brasserie dietro l’angolo dove abbiamo gustato la nostra prima baguette farcita. Un po’ di spesa al Carrefur presente a due metri dall’hotel e poi pronti per iniziare il nostro tour parigino. Piccola premessa, dall’Italia abbiamo acquistato su internet i biglietti sia del Museo d’Orsay (€ 9.50) sia quelli per il Bateaux Mouches (€ 8.00) memori del fatto che 7 anni fa le file interminabile di queste 2 attrazioni ci fecero desistere dalla visita. Purtroppo, mio malgrado ho visto sfumato il vantaggio quando, arrivato agli ingressi di queste 2 attrazioni, mi sono reso conto che la crisi economica è arrivata anche in Francia e che praticamente c’era da attendere pochi minuti per gli ingressi, giusto il tempo della sicurezza al metal detector e si era pronti ad iniziare la visita. Devo dire che il museo d’Orsay merita assolutamente una visita, mentre per il giro in battello sulla Senna è un po’ troppo monotona ma ha comunque un aspetto molto romantico. Per muoverci a Parigi abbiamo acquistato 2 carnet di biglietti (12 € cad.) per la metro che ci hanno permesso di gestire i nostri spostamenti al meglio. Durante questa visita abbiamo apprezzato gli addobbi e le luci natalizie ovunque, dai monumenti ai negozi. Meraviglioso il Trocadero dove è stato installato un mercatino di natale ai piedi della Tour Eiffel che la sera luccica ed illumina il “villaggio natalizio”. Stand gastronomici di ogni parte d’Europa allietano le serate dei turisti (pochi) accorsi per ammirare lo spettacolo parigino. Profumi vari si mescolano per le vie di Parigi ma quelli più forti sono la cannella e il vin brulè che la fanno da padrone e per un attimo crediamo di essere in uno di quei mercatini tipici del Trentino. La Gallerie de la Fayette è tutto tempestata di luci, all’interno i francesi corrono frenetici alla ricerca degli ultimi regali, bellissimo è l’albero di natale installato al centro del megastrore. Dopo aver fatto il nostro primo giro turistico, complice la pioggia, ci dirigiamo verso la zona di Saint Germaine de Pres dove visitiamo l’omonima chiesa per poi spostarci verso Saint Suplice per rivivere alcuni aspetti del “Il Codice da Vinci”. La fame incombe e grazie a qualche segnalazione di google.fr troviamo in zona il ristorante belga “Leon de Bruxelles” dove gustiamo un intero menù a base di moules (cozze) cucinate in mille modi per una spesa totale di 45 € in due (una raccomandazione per l’ordine dell’acqua, chiedere sempre l’eau en caraffe che è gratis altrimenti vi chiederanno non meno di 5 € per mezzo litro d’acqua). Il giorno seguente è caratterizzato, come detto in precedenza, dalla visita al museo e al Bateaux Mouche. Nel tardo pomeriggio dopo aver assaggiato la mitica crepes francese passeggiamo per i giardini di Tuilleries e senza accorgerci della distanza percorsa abbiamo attraversato il Louvre, Place de la Concorde e parte degli Champs Elisée fino ad arrivare al ponte de l’Alma. Ci ha colpito molto il mercatino di natale presente sui Campi Elisi, che oltre alle tipiche luminarie natalizie ha riservato ai visitatori tutti stand con prodotti tipici natalizi che hanno reso la nostra passeggiata ancor più gradevole. Stanchissimi siamo rientrati in zona Montmatre per andare a provare la tipica bourgougne francese; a Pigalle abbiamo scelto uno dei ristoranti più famosi della zona, sto parlando de “Le Refuge des Fondus” dove abbiamo gustato una buonissima carne accompagnata dalle salse tipiche francesi. Se andate in questo locale dimenticatevi il tavolo riservato o un bicchiere in cui bere quello che si è ordinato, qui tutto funziona “alla buona”, basti pensare che ci si siede su panche in compagnia di sconosciuti e si beve da un biberon (troppo forte), il costo è fisso e si aggira sui 20 € cad. La mattina successiva siamo andati a visitare Notre Dame e l’Ile de la Citè, quest’ultimo davvero un quartiere molto caratteristico e poco frequentato dal turismo di massa; botteghe particolari e persone “sui generis” animano le vie di questa zona parigina. Per pranzo abbiamo optato per una soluzione molto turistica, siamo andati al quartiere latino dove sono presenti un miliardo di ristorante con menu turistici, il più caratteristico ci è sembrato “L’Auberge de St. Saverin” dove abbiamo mangiato un menu tipico francese. Il pomeriggio è trascorso alla scoperta degli angoli più nascosti del quartiere universitario di Parigi. Per cena siamo andati vicino al nostro hotel in un local food chiamato “Bit Buger” (fermata Anvers) dove velocemente abbiamo mangiato un panino accompagnato da una montagna di patatine fritte. Siamo arrivati all’ultimo giorno della nostra breve ma intensa visita di Parigi, non può mancare il classico giro di Montmatre e del Sacre Coeur (stupendo); abbiamo provato anche la funicolare che in meno di 1 minuto ci ha portato fin su in cima da dove si ammira l’intere metropoli francese. A conclusione del nostro tour abbiamo visitato Pigalle e il famoso Moulin Rouge, mentre il nostro ultimo pranzo l’abbiamo fatto da “Buffalo Grill”, una catena di ristoranti presenti in tutta Parigi che propone per lo più menu di carne con rapporto qualità/prezzo davvero molto buona. Andiamo via da Parigi consapevoli del fatto di aver vissuto un ponte dell’immacolata all’insegna del NATALE allo stato puro e spero presto di ritornare nella capitale francese magari con qualche grado atmosferico in più. Per ulteriori informazione potete contattarmi al mio indirizzo e-mail.

martedì 19 luglio 2011

New York, spicchi della Grande Mela

Finalmente il viaggio dei nostri sogni si è avverato, era stato rimandato anche durante la scelta della nostra luna di miele, ma alla fine New York City è diventata realtà. Troppe volte abbiamo immaginato questa città, vista e rivista in mille film e presa ad esempio per qualsiasi cosa accadesse nel mondo. Oggi siamo qui in mezzo a Times Square, la piazza più famosa e più conosciuta dell’universo turistico e non solo. Con questo nostro racconto vogliamo trasmette e condividere pezzi della Grande Mela che hanno reso celebre questa città. Tutto è iniziato il giorno di San Valentino quando con mia moglie navigando su internet ci è apparso l’ennesimo pop-up con l’immagine della Statua della Libertà; in una frazione di secondo i nostri sguardi si sono incrociati e con un sorriso abbiamo capito che era giunto il momento di attraversare l’Atlantico per visitare finalmente “il centro del mondo”. Dopo aver approfondito una serie di offerte proposte da vari tour operator, la nostra scelta è caduta su Expedia; qui abbiamo praticamente prenotato tutto, dall’aereo (Alitalia/Virgin con scalo a Londra), all’albergo 4 stelle in zona Down Town – Wall Street (scelto da mia moglie per i giudizi lasciati da altri turisti), in più abbiamo anche acquistato la New York City Pass (54 € cad.) e il transfert da e per l’aeroporto JFK (13 € a tratta cad.). I mesi che ci separavano dalla partenza sembravano infiniti, ma poi finalmente è arrivato il 28 giugno 2011 e dal Gate di Fiumicino è iniziato a lampeggiare la nostra destinazione. L’entusiasmo è alle stelle nonostante ci aspettino 15 ore tra volo e scalo prima di arrivare a destinazione. Il volo Alitalia arriva a Londra Heathrow con circa un’ora di ritardo causa maltempo… ci tocca fare la nostra prima corsetta verso il cambio del terminal (dal T4 al T3) per poter prendere la coincidenza gestita dalla Virgin Atlantic. Con il fiatone, fortunatamente arriviamo in tempo all’imbarco del nostro Airbus 340. A bordo facciamo conoscenza con una famiglia americana di Long Island che per tutto il viaggio ci dà delle dritte da prendere in considerazione per il nostro soggiorno nella Grande Mela. Il fuso orario si fa sentire ma all’appello mancano ancora gli estenuanti controlli doganali e poi finalmente possiamo dire di essere sul suolo americano. Il nostro shuttle prenotato su Expedia ci conduce in circa 45 minuti davanti al nostro hotel dove ci accolgono in maniera impeccabile i receptionist che ci descrivono brevemente tutti i servizi dell’Hotel (pulitissimo e con camera immensa) tra cui il frigo bar gratuito per gli snack e le bevande analcoliche e il wifi in camera, mentre per la colazione mattutina ci indicano alcuni bar nei pressi dell’hotel tra cui anche il famoso Dunkin Donuts (quello delle ciambelle di Homer Simpsons). L’ora locale segna le 23 (in Italia sono le 5 del mattino successivo), siamo svegli da circa 23 ore consecutive, il nostro bioritmo ha bisogno di ricaricarsi ed adattarsi a questa nuova situazione; in questo ci facciamo aiutare dalla nostra inseparabile melatonina (durante il nostro viaggio di nozze in Cina non ha sbagliato un colpo) che ci manda nelle bracce di Morfeo in meno di un ora.

1° Giorno

Per la troppa stanchezza la sera precedente non avevamo notato l’eleganza e l’High-tech del nostro albergo; tutto si comanda da una console presente accanto al letto (King Size); siamo sempre più convinti che la scelta fatta per l’hotel è stata ottima, è quello che tutti noi turisti speriamo di trovare a destinazione

Il nostro primo tour inizia con un giro del nostro quartiere, cioè Wall Street, visitiamo il sito del World Trade Center che attualmente presenta molti cantieri aperti ma il grattacielo che andrà a sostituire le torri gemelle è a buon punto, qui gli operai lavorano incessantemente, anche di domenica. Proseguiamo con la visita alla Borsa con il suo simbolo, il toro, facciamo qualche foto alla Federal Reserve ed entriamo nelle chiese di St. Peter Church e Trinity Church. In tarda mattinata ci dirigiamo verso Battery Park, dove ritiriamo i nostri New York City Pass, precedentemente acquistati su Expedia, questi coupon ci permetteranno di vivere al meglio alcune delle maggiori attrazioni presenti in città senza l’ansia delle code, in quanto i possessori di questa sorta di abbonamento hanno una corsia preferenziale per gli ingressi. Dopo aver ritirato i voucher ci soffermiamo ad ammirare la Statua della Libertà che è possibile scorgere dal molo di Battery Park. Ormai è ora di pranzo, ci aspetta il nostro primo pasto americano, la guida consiglia il Pier 17 dove sono presenti numerosi ristoranti di ogni parte del mondo e le immancabili botteghe per lo shopping; ci convince “Lisa’s Pizzeria” (metro Fulton) che ci prepara 2 ottimi cheese burger con una montagna di french fries (patatine fritte), il tutto per la modica cifra di 15 € (mi raccomando lasciate sempre una piccola mancia ai camerieri in quanto la maggior parte guadagna dalle mance e non dal salario). Superato l’impatto con il primo pasto americano, facciamo l’abbonamento alla Subway per una settimana (20 €) e ci dirigiamo all’Empire State Building dove utilizziamo il primo ticket presente nella nostra NY City Pass. Dopo 86 piani fatti in meno di un minuto con un ascensore super sonico, usciamo in terrazza e davanti a noi ci appare un’indescrivibile vista a 360° della Grande Mela, scorgiamo alcuni dei punti più importanti di Manhattan come Central Park, Il Ponte di Brooklyn e Miss Liberty. Dopo aver scattato un’infinità di foto decidiamo di scendere perché ormai è ora di cena. Cosa c’è di meglio di un giro by night di Times Square… milioni di persone affollano la piazza, LED di ogni tipo illuminano la sera, impressionante la quantità di persone che si riversa tra la Broadway e la 42^ street. Qui decidiamo di cenare in una Steak House dove assaggiamo il famoso Ribs con salsa Barbeque (costolette di maiale), in due spediamo circa 35 $. Visitiamo gli store dei NY Yankees, M&M Store e l’NBA Store, poi, con tanta stanchezza andiamo a dormire, domani ci aspetta un’altra giornata carica di emozioni.


2° Giorno


Questa mattina è dedicata a Miss Liberty, con la nostra NY City Pass ci imbarchiamo (all’altezza della 42^ street west) sul traghetto della Circleline che, per circa 2 ore, ha circumnavigato l’isola di Manhattan, facendoci ammirare da vicino la statua della libertà, Ellis Island, il ponte di Verrazzano, il ponte di Brooklyn e una magnifica vista dello skyline di Downtown. A bordo il personale è molto cortese e all’occorrenza aiuta noi turisti per qualsiasi problema. Sbarcati dalla mini crociera ci dirigiamo verso la promenade del ponte di Brooklyn, qui ci aspettano due nostri amici in luna di miele. Percorriamo con molta tranquillità i 2,5 Km della passeggiata del ponte, facendo però molta attenzione ai ciclisti che sfrecciano da tutte le parti; raggiunto Brooklyn andiamo a scattare le foto notturne dello skyline di Manhattan con l’immancabile sagoma del ponte più famoso al mondo. Per cena decidiamo di andare ad assaggiare la famosissima pizza di Grimaldi’s; l’impatto con il ristorante è a dir poco catastrofico, ci saranno state almeno 200 m di fila (il locale è molto piccolo), però non ci scoraggiamo e ci facciamo “notare” dal proprietario Raffaele che parla molto bene l’italiano ed ama Roma. In meno di 5 minuti avevamo un tavolo pronto tutto per noi. Ordinate solo da mangiare e mai l’acqua in bottiglia perché molto costosa (5 $), bensì chiedete semplicemente acqua con ghiaccio, così sarà gratis. La pizza è stata molto gradevole, anche in considerazione del fatto che ci troviamo negli Stati Uniti e non si può pretendere la pizza napoletana (in 4 abbiamo speso 60 $). Foto di rito con Raffaele e via in metro di nuovo a Manhattan.


3° Giorno

Oggi è la giornata della famosa 5^ avenue e delle sue innumerevoli boutique griffate che a mia moglie non sono sfuggite, è praticamente entrata in ogni singolo negozio presente su questa strada; per citarne qualcuno abbiamo visitato Apple Store, Tiffany, Trump Tower Shopping Mall e FAO Swartz. Superata l’ansia da shopping visitiamo l’enorme cattedrale di St. Patrick e il Rockefeller Center, con l’NBC Studio e il Radio Music Hall. A pranzo decidiamo di fare un picnic a Central Park, acquistiamo il necessario in un negozio che a prima vista sembra non essere reale a NYC, sto parlano di Whole Food che mette a disposizione tutti cibi sani e prodotti biologici. A Central Park durante la nostra passeggiata abbiamo visitato anche il monumento dedicato a John Lennon in Strawberry Field. Nel pomeriggio finalmente arriva il momento della visita al MOMA. Questo museo forse è il più bello e completo che io abbia mai visto, sono presenti artisti del calibro di Picasso, Modigliani, Goguin, Mirò, Dalì, Wharloe e Van Gogh. Le opere presenti al MOMA sono quelle da sempre rappresentate in tutti i libri d’arte, come ad esempio il cielo stellato di Van Gogh oppure Marilyn Monroe dipinta da Andy Wharloe. Dopo esserci dati una rinfrescata in albergo, andiamo a cena da Dallas BBQ sulla 42^ Street (nei pressi di Times Square) dove assaggiamo dei piatti al Barbeque accompagnati dal pane al mais e dall’immancabile montagna di french fries, davvero unici (in 2 abbiamo speso 30 $). Il finale di serata è tutto dedicato a Times Square ed ai suoi scintillanti LED che illuminano la notte newyorkese

4° Giorno

Non poteva mancare un tour dei quartieri Little Italy e Chinatown, o meglio dovrei dire della “città” di Chinatown e della Mulberry Street unica “roccaforte” rimasta made in Italy esistente a Manhattan. E’ la dura realtà che abbiamo constatato con i nostri occhi, ormai la zona di Canal street parla quasi esclusivamente cinese (un po’ come è successo a Piazza Vittorio Emanuele a Roma), si vedono venditori ambulanti dappertutto, ristoranti che cucinano solo prodotti orientali e non manca qualche energumeno che tenta di vendere oggetti di dubbia fattura (come orologi, iphone e Ipad). Dopo un veloce giro della Pechino newyorkese ci siamo diretti in Mulbarry Street da dove inizia tutto un susseguirsi di tricolori nazionali che fanno da cornici a numerosi locali con
nomi che ricordano il Bel paese, per citarne qualcuno sicuramente quello che mi è rimasto più impresso è il “Caffè Napoli” dove abbiamo bevuto un ottimo espresso (3 $ cad.) che finalmente ha sostituito tutti quelle bevande americane che spacciano per caffè. Abbiamo fatto un giro per il quartiere, fermandoci di volta in volta con qualche ristoratore per scambiare qualche parola in italiano; dopo qualche foto davanti al locale dove sono state girate le scene de “I Soprano’s” (oggi purtroppo è stato chiuso per motivi sanitari), per pranzo ci siamo fermati da “Lombardi’s Pizzeria” altra istituzione della pizza napoletana sbarcata oltre oceano; se può interessare il ristorante si trova in Mott Street sempre nel quartiere di Little Italy, la margherita è buona ed i prezzi sono onesti (25 $ in due). Una breve passeggiata tra Soho e Tribeca e poi nel pomeriggio siamo andati a visitare il mitico Metropolitan Museum, inutile dire che è davvero maestoso e non basterebbero 3 giorni consecutivi per vederlo tutto. Infatti noi abbiamo deciso di visitare la parte Egizia ed ammirare le opere di Picasso, Modigliani, Monet e Renoir. Non perdetevi la terrazza panoramica su Central Park posta al 5° piano del museo, dove è possibile fare delle belle foto. Rientrando in Hotel ci siamo fermati ad ammirare la mitica Grand Central (con ben 131 binari), la stazione ferroviaria più importate di New York, da non perdere assolutamente l’atrio ed il piano ammezzato dove sono presenti moltissimi ristoranti.



5° Giorno

Stamattina ci siamo svegliati con qualche goccia di pioggia, poco male perché oggi andiamo a visitare un altro museo storico della Grande Mela, sto parlando del Guggenheim. Mi stupisce l’architettura di questo edificio, fatto a spirale che permette una più ordinata visita delle opere. Anche qui ammiriamo le opere di artisti celebri come Picasso e Monet. Nel pomeriggio andiamo a passeggiare sulla High-line, un giardino sospeso nel cuore del quartiere di Greenwich village, che è stato recentemente ristrutturato e trasformato in un percorso molto particolare che attira i turisti da tutto il mondo. Per cena non possiamo perdere l’occasione di andare ad assaggiare forse l’hamburger più buono e famoso di NYC, stò parlano del Corner Bistro in Jane Street. E’ stato sempre citato da numerosi racconti di viaggio e poi Fabio Volo si è scomodato descrivendolo nei suoi libri. La curiosità e l’aspettativa sono state ripagate da una cena a dir poco gustosa, il locale è alla buona ma il cibo è ottimo e poi ha un rapporto qualità prezzo davvero insuperabile a Manhattan (25 $ in due).


6° Giorno

E’ arrivato il thanksgiven, cioè il giorno del ringraziamento, la Grande Mela è tutta in festa, gli uffici sono tutti chiusi (come qualche ristorante), per le strade si sentono continuamente le note dell’inno americano e non mancano le bancarelle con tanti prodotti da offrire a noi curiosi. Circondati da tanta allegria ci dirigiamo verso il palazzo del’ONU sede delle Nazioni Unite che però è in ristrutturazione e quindi non possiamo visitarlo. Qualche foto davanti al Chrysler Building e poi andiamo a fare un bel picnic a Bryan Park dove mia moglie acquista dell’ottimo sushi che gustiamo con tanta tranquillità in compagnia dei nostri amici scoiattoli. In serata ceniamo da Texas BBQ in Fulton Street e poi ci dirigiamo sulla 12^ Avenue dove assistiamo ad uno spettacolo pirotecnico davvero unico nel suo genere. Migliaia di turisti si confondono con gli americani ma per una sera lo sguardo della gente è tutto rivolto nella stessa direzione

7° Giorno


Oggi è già arrivato l’ultimo giorno della nostra vacanza, il transfer per il JFK passerà in hotel nel tardo pomeriggio e questo ci permette di sfruttare quasi l’intero giorno facendoci visitare anche il Museo di Storia Naturale (per intenderci quello del film “una notte al museo”). Inutile dire che qui c’è di tutto, non perdetevi assolutamente il giro nel Planetarium, un’esperienza che vi rimarrà impressa. Non poteva mancare la foto con il “capoccione” dell’isola di Pasqua e con i principali personaggi “conosciuti” nel film della Disney. Per pranzo volevamo rilassarci e quindi abbiamo optato per il ristorante del museo. Nel pomeriggio ultimo saluto a Times Square e poi via con il nostro transfer all’aeroporto JFK.

Una considerazione sugli americani è doverosa, ero partito molto scettico sui modi di accogliere i turisti da parte degli americani, ma questa esperienza mi ha dimostrato l’esatto contrario, in più occasioni la gente del posto ci ha aiutato, cercava di capire di cosa avessimo bisogno (addirittura una signora è scesa con noi alla fermata della subway per indicarci esattamente il posto dove eravamo diretti) e poi quando sentivano che venivamo dall’Italia tutto diventava ancor più semplice e risolutivo. Per qualsiasi ulteriore informazione non esitate a contattarmi all’indirizzo vincenzo.mertino@katamail.com